Aborto negato. Cosa sta accadendo nel mondo?


Alcuni stati americani hanno recentemente introdotto una nuova legge che, a tutti gli effetti, nega la possibilità di interruzione volontaria della gravidanza.

La Polonia ha introdotto la norma che la donna sarà obbligata ad ascoltare il battito del feto prima dell'intervento. In Italia la legge 194 esiste, ma ormai è complicato accedere ad una struttura per procedere all'interruzione di gravidanza perché la maggior parte dei medici si sono dichiarati obiettori di coscienza. Il risultato è che la legge esiste, ma è pressoché inapplicabile.

Non è mia intenzione schierarmi pro o contro una posizione. Credo che uno stato debba mantenere una sorta di neutralità che lasci la libertà di scelta secondo coscienza, credo, religione o situazione contingente. Le restrizioni messe in atto servono solo ad aumentare i casi di ricorso a soluzioni non tutelanti per la salute della donna arricchendo, forse, operatori con pochi scrupoli che saranno disponibili ad aggirare una legge all'interno di un sistema di illegalità.

Perché sta succedendo tutto questo?

Perché ci ostiniamo ad essere moralisti su un feto e non ci indigniamo per le vittime delle guerre, spesso generate per la supremazia di un popolo su un altro se non addirittura causate da meri scopi economici?

Perché nessuno tutela quelle persone che perdono la vita?

Cosa si cela dietro a questa apparente morale di tutela del nascituro se poi mandiamo al macello persone innocenti?

Perché non ci occupiamo seriamente di chi vive in condizioni di povertà assoluta e concentriamo i nostri sforzi per la loro salvezza?

Perché le donne sono, ancora oggi, trattate da esseri inferiori, ma soprattutto perché lo permettiamo?

Siamo talmente abituati al ronzio dei discorsi dei politici che non ci rendiamo conto che ci manipolano e ci giustificano i loro comportamenti dietro a falsi moralismi, spinti dal loro desiderio di soddisfare il proprio ego attraverso coercizioni.

Forse dietro queste nuove ondate moraliste si cela la paura dei potenti di non esercitare più il controllo sulle donne, che slegate dalla maternità e dalla cura della prole possono rivolgere la loro attenzione su temi importanti quali la salvaguardia del pianeta, la lotta contro i soprusi, la rivendicazione dei diritti umani.

Proviamo a riflettere su alcuni passaggi che stanno avvenendo in questi ultimi anni. Sempre più spesso le donne promuovono ed organizzano cortei alla tutela dei diritti dei più deboli. Si ritrovano in piazza e manifestano pacificamente, ma con estrema fierezza e determinazione. Organizzano presidi e riescono a contrastare soprusi in atto da anni. Se le donne, o meglio il pensiero femminile, dovesse prendere il sopravvento, il mondo cambierebbe radicalmente. Quindi come mettere a tacere le donne? Minando la loro libera scelta di essere madri. Se sarà impedito di praticare l'aborto aumenteranno le donne costrette a portare a termine la gravidanza, incrementeranno i casi di morte per essersi rivolte a medici compiacenti e aumenterà la loro povertà. Sappiamo che una buona percentuale di donne che ricorrono all'aborto è per indigenza. Diffidiamo delle parole dei politici che affermano che introdurranno misure per il sostegno economico delle donne. Se una donna è impegnata ad assistere i figli, dedicherà meno tempo ai problemi sociali e di conseguenza diminuiranno le proteste pacifiche in piazza e il "potere forte" che ha sempre dominato con la prepotenza regnerà indisturbato.

Non focalizziamoci solamente sul mantenere un diritto acquisito, ma andiamo oltre. La partita non è solo in difesa della legge sull'aborto, ma è anche in difesa di un antico sapere femminile. Le donne unite sono pacificamente potenti e destano paura e non mandano volentieri i figli in guerra.


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