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Nel 2016 la sua azienda, la Edilzero Architecture for Peace è stata riconosciuta dal Forum Mondiale dell’Economia tra le dieci eccellenze nel settore delle biotecnologie.
La storia di Daniela Ducato tra le sue origini dal recupero della lana di pecora scartata dalla lavorazione e di difficile smaltimento. Da qui l’idea di impiegarla per la produzione di isolanti termici per l’edilizia, ma anche di utilizzarla per la produzione di una particolare spugna in grado di assorbire il petrolio nel mare.
Daniela Ducato, al pari di Nzambi Matee è una grande osservatrice con una spiccata sensibilità verso la Green economy. Due donne che osservano l’ambiente che le circondano e cercano di trovare soluzioni alternative che possano migliorare il Pianeta.
Daniela dopo la lana si è dedicata al sughero, alla canapa, alle bucce di pomodoro e alle vinacce. È convinta che in natura tutto possa essere riutilizzato; basta imparare ad osservare da un altro punto di vista e con un’altra prospettiva.
Per portare avanti il suo progetto si avvale della collaborazione di altre figure professionali come medici, chimici, architetti, ingegneri, agronomi, biologi.
Le ricerche condotte in sinergia con queste figure sono volte a trovare soluzioni green per l’edilizia.
Daniela Ducato afferma che la grande difficoltà è la condivisione delle ricerche condotte nei vari settori che rendono più faticoso il lavoro di realizzazione di progetti ecosostenibili.
Il suo sogno è quello di creare una sorta di biblioteca dove tutti possano reperire informazioni, test e documentazione su materiali che potrebbero essere riutilizzati.
La sua filosofia è che tutto va condiviso, anche i fallimenti, perché l’errore può essere il punto di partenza affinché altri trovino la soluzione corretta.
https://www.falacosagiusta.org/2020/daniela-ducato-imprenditrice-green-non-esistono-gli-scarti/
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