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“La Danza delle Grandi Madri” – Clarissa Pinkola Estès
L’autunno rappresenta per me una stagione importante, un modo per redigere il bilancio della mia vita. La natura si mette a riposo per prepararsi alla rinascita primaverile, lasciando morire solo ciò che non è più essenziale alla vita per dar spazio ai nuovi germogli.
Osservando i cicli della natura ho imparato la necessità di coltivare e concimare le mie piantine interiori e potare i rami senza vita. Le potature sono state talvolta dolorose, altre volte sono stati rami caduti da soli, tutte sono state essenziali alla mia crescita e trasformazione.
Eccomi qui, a casa, il giorno che officia l’inizio della stagione autunnale ed io, devota a me stessa, mi accingo ai bilanci.
Il profumo della tisana, il camino acceso che riscalda la sala, le fiammelle che sembrano mandarmi messaggi di calore emotivo mi portano a molti anni fa, quando, giovane donna, ho incontrato Alessio.
Era una calda estate sulla riviera, io giovane e piena d’entusiasmo per la vita, lui accondiscendente, alto, magro dai capelli corvini. Alessio è sempre pronto a scherzare con tutti, io, timida, rimango ammaliata dal suo carattere.
Passiamo l’estate insieme, e mi infatuo di lui.
Lui è presente, dai modi garbati e sempre pronto a scherzare con gli amici, ha un solo difetto, mi lascia sola ogni qualvolta organizziamo cene tutti insieme glissando gli inviti senza addurre giustificazioni. Ne patisco un po', ma sono giovane e non mi preoccupo molto.
Quando trascorriamo il tempo insieme con gli amici, sto bene ho qualche perplessità rispetto all’intimità di coppia, ma sono giovane e inesperta.
Il calore del fuoco sembra riscaldare la mia anima, il fuoco è ipnotico e le fiamme mi evocano il racconto della mia storia, quelle alte sono i miei momenti di entusiasmo, nuovi inizi e creatività, le basse mi ricordano le paure, i momenti bui. La fiamma si affievolisce e sopraggiunge un nuovo ricordo.
Si insinua nel mio corpo il freddo simile alla prima brina che copre i prati nelle timide giornate invernali. Alessio non mi ha mai regalato neppure un fiore raccolto nei campi, “sono stupidaggini i regali” soleva dirmi “Se vuoi puoi comprare da sola ciò che desideri” . La brina ha cosparso tutto il mio corpo, sento freddo e un altro ricordo trapassa il mio corpo +em “io ti sposo, ma se dovessi farlo, i tuoi genitori cosa ti daranno come dote?" +em. Sopraggiunge anche il ricordo di mia suocera che si è sempre arrogata il diritto di controllare le mie mosse. Si presentava a casa mia come se fosse lei la padrona, mi rimproverava per come disponevo i mobili, come parlavo. La domenica mattina arrivava intorno alle sette per verificare se ero già impegnata nelle faccende domestiche.
Prendo di corsa un nuovo pezzo di legno e lo ripongo nel camino. Ho bisogno di caldo! Il fuoco si rianima riscaldandomi per un po'. Ero diventata madre del mio primo figlio! Un maschio! Aiutavo Alessio nel suo lavoro, intanto allattavo Daniele e mi occupavo della casa.
La fiamma affievolisce. I ricordi tristi tornano alla mia memoria. Mio marito invitava spesso amici a cena. io cucinavo, apparecchiavo, rassettavo, mentre lui era lì, seduto a capotavola, il bicchiere di vino fra le mani che raccontava le sue gite sul centauro, le battute di caccia, con i piedi bene incollati al pavimento, la bocca colma di parole ed io avevo solo voglia di piangere, picchiare i pugni sul tavolo, rompere i piatti, ma stavo zitta imitando Cenerentola .
Per fortuna avevo il mio figlio Daniele e nel mio ventre stava germogliando un altro piccolo seme. La nascita di Simone, mi ha resa felice.
Eccola, la fiamma ora zampilla forte vigorosa nel cammino! Una lacrima scorre lungo il viso, lo accarezzo come farebbe una madre con la propria bambina. Vorrei trattenere i lati belli della mia vita, bruciando quelli bui delle mie primavere. Ho voglia di ricominciare, lontano da tutti! Sradicarmi e gettare nuove radici.
Un altro ricordo entra nella mia testa come un proiettile!
Sono a casa, sto per uscire per sbrigare alcune commissioni. Sono china e intenta ad allacciarmi le scarpe, quando sento un rumore improvviso alle mie spalle. Un suono che riconosco immediatamente: la carica del fucile! Quel suono mi immobilizza, il cuore si ferma e percepisco chiaramente il sudore che cola dalla fronte. Mi volto istintivamente e mi ritrovo la canna del fucile in bocca! Alessio vuole uccidermi!
Ho gli occhi spalancati e le orecchie chiuse, non sono neppure in grado di urlare! Non riesco a ricordare nulla di quell’ episodio, solo di essere scappata ed aver preso la decisione di separarmi.
Il ghiaccio, come una stalattite, ha congelato tutto il mio corpo.
Sopraggiungono altri ricordi confusi nel tempo, ma chiari nella memoria.
Alessio è sempre più violento, mi ha sbattuta contro il muro facendomi picchiare la testa ripetutamente, mi ha provocato lesioni alle gambe, tagliato il volto, strappato i vestiti per essermi rifiutata ad avere un rapporto sessuale. Più volte mi ha tatuato una collana con le sue mani intorno al collo.
Le corse all’ospedale sono lunghe quanto la lista della spesa per la cena di Natale; godo della corsia preferenziale quando mi reco in pronto soccorso.
Ora basta! Voglio fare rinascere la piccola Serena che spinge con tutta la sua forza a dire basta! Prendo nuova legna e la poso sul fuoco.
La sua luce calda mi sarà d’aiuto per trovare l’antico ardore dentro di me. Quello che mi ha dato la forza di ricominciare.
Ed ecco che arrivano le gioie con il fuoco rianimato. Il coraggio di inseguire il mio sogno: l’arte.
Per raggiungere il mio obiettivo mi sono cimentata nei lavori più disparati spaziando dalla cameriera e ad impartire lezioni private. Ho lavorato anche quindici ore al giorno e intanto ho coltivato il mio sogno.
Poche amiche hanno appoggiato la mia scelta, i miei famigliari mi hanno criticata, persino i miei figli mi hanno accusata di trascorrere poco tempo a casa. Ma il mio fuoco interiore lanciava zampilli inarrestabili, dovevo continuare e seguire il mio istinto.
Mi iscrivo anche ad un corso di autodifesa, sono stufa di subire le molestie e i soprusi del mio ex coniuge. Sento il bisogno di reagire e riprendere in mano la mia vita.
Sono passati anni da quando ho preso la decisione di lasciare mio marito e seguire i miei sogni.
L’antico fuoco dentro di me non ha smesso di pulsare, anche Alessio non ha smesso di tormentarmi, ma io sono rimasta ferma sulle mie idee e l’amore per me stessa.
Ora sono una gallerista affermata. Mi abbraccio e immagino di darmi un colpetto sulla spalla.
Alessio mi ha solo permesso di riprendere contatto col mio Io interiore che per troppi anni avevo lasciato in fondo alla mia anima. Ora il fuoco si è riacceso e come la fiammella olimpica, non sarà più spento.
Finisco la tisana, ammiro ancora lo scoppiettio del fuoco nel camino, sorrido e vado a dormire.
Domani sarà un altro giorno.
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