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La sua passione e lotta contro i bracconieri nasce un giorno mentre osserva uno stormo di falchi volteggiare sopra lo stretto di Messina. È emozionata nel vedere come questi animali volino liberi e felici nel cielo, ma il suo incanto viene distrutto pochi attimi dopo, con l’arrivo dei cacciatori che iniziano a sparare contro i falchi indifesi. Ricorda ancora la pioggia di animali morti caduti a terra.
Quel giorno segna la sua vita. Non può accettare che così tanti animali possano perire per mano umana, per questo decide che proverà a preservare le loro vite, lottando in particolare contro il bracconaggio.
Si reca in Francia, nelle pianure della Camargue, dove apprende educazione ambientale e poi contribuisce ad inanellare i fenicotteri rosa dello stagno di Molentargius, a Cagliari.
I suoi famigliari non sono convinti della sua scelta, soprattutto perché preoccupati delle ritorsioni dei bracconieri. Con il tempo la sua famiglia comprende e abbraccia la sua “battaglia” e ora, in collaborazione con la LIPU, gestisce un centro di primo soccorso degli animali feriti vittime di bracconaggio.
Le ritorsioni sono numerose e passano dalla semplice minaccia alle sassate. Gigliola non si lascia intimorire e continua a percorrere i boschi alla ricerca di trappole da rimuovere o di animali da salvare.
Spera di poter continuare nella sua attività e che il campo – allestito con i genitori – possa attirare nuovi volontari. Spera di poter salvare il maggior numero possibile di uccelli, volpi e gatti selvatici. Sa che riuscire a salvarne anche solo uno è una gioia immensa che vale la pena di vivere, nonostante le minacce dei bracconieri.
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