Nel paese delle donne

di Giocanda Belli (Feltrinelli 2010)

Ho pensato di provare, condividendo uno stralcio di un libro, di aprire un confronto in rete.

Il libro è il titolo di questa nota, l'autrice è Gioconda Belli.

Il passo è questo:

..che cosa ho in mente? Vediamo. Ci sono donne presidentesse, non è una novità. Quello che non c’è, però, è un potere femminile. Quale sarebbe la differenza? Io immagino un partito che dà al suo paese ciò che una madre dà ad un figlio, che se ne prende cura come una donna si prende cura della sua casa; un partito maternoche brandisca le qualità femminili denigrate dagli uomini come doti necessarie per farsi carico di una patria maltratta come la nostra. Invece di cercare di dimostrare che siamo tanto uominicome qualunque maschio e pertanto capaci di governare, dovremmo enfatizzare le caratteristiche femminili, quelle che normalmente le donne che aspirano al potere nascondono come fossero difetti: sensibilità, emotività. Questo paese ha bisogno di qualcuno che lo coccoli, che lo culli, che lo tratti bene, insomma, di una mammina. È il colmo, vero? Gli uomini hanno screditato persino una parola dolce come questa. Che cosa dite allora se fondassimo un partito per convincere le donne – che rappresentano la maggioranza dei votanti – che è solo comportandoci e pensando al femminile che possiamo salvare questo paese? Che cosa dite se con le nostri arti di seduzioni di donne e madri, senza modificarci né rinnegare la nostra natura, offriamo agli uomini le cure che vi dicevo prima?”

“le femministe ci rinfaccerebbero di eternare di eternare certi stereotipi”. Replicò Eva.

“Dipende da quali femministe. C’è femminismo e femminismo. Secondo me il problema non è ciò che si pensa delle donne, ma ciò che noi donne abbiamo accettato di pensare di noi stesse. Ci siamo lasciate colpevolizzare, ci siamo lasciate convincere che la nostra principale caratteristica è la debolezza. Ora dobbiamo dimostrare che il nostro modo femminile di essere e comportarci può cambiare, non solo questo paese, ma anche il mondo intero”. Ribatté Viviana.

“Per cosa ci batteremo? Per lavare, stirare e curare i bambini?”

“Ripeto: il problema non è lavare, stirare, e badare ai figli, me che si disprezzi la mentalità che queste attività sottintendono, che si circoscriva quest’attitudine femminile all’ambito del privato e non si capisca che invece andrebbe adottata con tutto e tra tutti, perché ognuno di noi dovrebbe curarsi della sua vita, della sua casa, delle sue emozioni, di questo cacchio di pianeta che stiamo distruggendo. Dobbiamo collettivizzare la pratica della cura delle cose che noi ben conosciamo presentandoci come delle esperte, le più qualificate per attuarla”.

Del romanzo mi ha colpita il desiderio di un riscatto femminile, l’idea che se vogliamo possiamo attuare il cambiamento, iniziare una ri-costruzione del nostro Cosmo e di Madre Terra, rispolverando le nostre virtù ancestrali che sono la cura. Riprendere la consapevolezza che la cura è l’arma più potente che possediamo per occuparci amorevolmente di tutto ciò che ci circonda. Non è forse vero che la madre è capace di compiere i miracoli d’amore più incredibili?

Che idea avete della donna? Quali sono gli archetipi che vi ispirano? Quali donne sono fonte d’ispirazione per voi?

Quali doti vi sentite in grado di mettere in campo per un pianeta migliore? Quali sono le doti tipicamente femminili che noi donne abbiamo per accompagnare sviluppo e crescita della nostra Madre Terra?

DONNE, CUSTODI DELLA CURA, ARMIAMOCI DI CORAGGIO E ATTUIAMO LA RINASCITA DELLA MADRE TERRA!


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