Sfatiamo una credenza sui giochi da maschio e da femmina



È consuetudine effettuare un distinguo fra giochi da "maschio" o da "femmina"

Quelli da "femmina" sarebbero il gioco delle bambole, della cucina e del rassettare. L' accusa sollevata è che educhiamo le bambine, fin dalla tenera età, ad introiettare una visione maschilista della società.

Quelli da "maschio" riguardano l'avventura, la conquista e il potere coltivando l'idea che è l'uomo che comanda, destinato all'avventura e a grandi imprese.

Siamo certe che questo sia il reale significato dei giochi e che non siamo noi adulti ad investirli di connotazioni legate ai nostri stereotipi tanto da non renderci conto che le vittime primarie del maschilismo interiorizzato siano le nostre idee e, anziché cercare nuove strade percorribili, ci limitiamo a strillare che l'oggettificazione della donna inizia fin dalla tenera età?

La mia esperienza e la letteratura in merito alla psicologa dello sviluppo mi hanno insegnato che non esistono giochi maschili o femminili, ma che il gioco è propedeutico ad un sano sviluppo psico-affettivo del bambino.

Attraverso il gioco il bambino sperimenta il piacere di imitare, conoscere i propri limiti e competenze.

Se una bambina gioca con la bambola o si dedica a rassettare o cucinare, sta imitando, attraverso il gioco, il ruolo della cura. Non è da sottovalutare che la valenza psicologica della casa è il Sé. Quindi sta lavorando alla costruzione di un Sé empatico, amorevole e disciplinato.

Truccarsi e travestirsi servono al bambino per superare un limite utilizzando uno stratagemma che gli permetta di "osare" sapendo che, in caso di fallimento, è la maschera che non ha superato la prova, non lui. I bambini più timidi adottano spesso questa strategia di gioco.

Se un maschietto gioca l'avventura, sta esplorando i suoi limiti, cavalca i suoi sogni. Se è appassionato di battaglie è meglio che sfoghi il suo bisogno di autodeterminazione attraverso il gioco. Imparerà che non è infallibile e che può anche perdere. Conoscerà la frustrazione e la gioia e l'apprenderà attraverso il gioco e da adulto sarà capace di rispettare il prossimo, stringere alleanze e cooperazione, vivrà meglio il fallimento perché l'ha sperimentato attraverso il gioco.

Ora che abbiamo le idee più chiare sulla simbologia del gioco, perché non cambiare la nostra prospettiva ed incoraggiamo le bambine e i bambini a sperimentare entrambe le modalità?

Il risultato sarà sorprendente, gli adulti che diverranno saranno sicuramente migliori, perché avranno sperimentato sia la cura sia il coraggio di misurarsi con i propri limiti.

Vi consiglio di buttare via le vostre credenze e vi invito a comprare bambole, teli per i travestimenti, giochi che stimolino l'avventura non facendo distinzione fra maschi o femmine.

I vostri figli e le vostre figlie vi ringrazieranno quando saranno adulti perché avrete dato loro la possibilità di sperimentare e giocare, riconoscendo il fatto che sono persone e non "maschi" o "femmine".


Parole Chiave:

COMMENTI

INSERISCI UN COMMENTO

Inserisci il tuo nome

Questo sito NON immagazzina le informazioni degli utenti. Ti consigliamo di non utilizzare il tuo cognome.