Illusioni dal web

Ho attivato un account Facebook, per provare a condividere la mia esperienza e passione per la ricerca di un senso positivo della vita.

Un battito d'ali e ho iniziato a sentire un tintinnio incessante. In pochi minuti il mio account ha ricevuto una pioggia di richieste d'amicizia.

Ero felice, la mia idea, il mio progetto erano condivise da centinaia di persone. Finalmente mi sentivo in linea con il mondo, alla ricerca di contatti profondi e argomenti ricolmi di desiderio di costruire un mondo migliore. La mia illusione è durata quanto la vita di una farfalla.

Ero stata notata, ma non perché avessi scritto o postato qualcosa di carino, che valesse la pena di leggere. Le richieste di amicizia che tintinnavano quanto una pioggia battente estiva erano di uomini! Ma non interessati ai contenuti, ma alla foto!

Il tintinnare battente si intervallava con lo scoppiettio del trillo della chiamata di messanger, tanto che alla fine, ho chiuso la porta, mi sono riparata dalla pioggia ed ho deciso di riflettere sull'accaduto e ascoltare le mie emozioni.

Cosa mi arrivava dalla pancia? Certamente un' emozione diametralmente opposta a quella evocata agli uomini.

Non ho assolutamente provato piacere o mi sono sentita lusingata dai vostri approcci che ho percepito come una sorta di assedio.

Il fatto che i social ci permettano di "metterci in vetrina" non vuole dire che siamo ad Amsterdam ed io sono una di "quelle donne" che stanno in vetrina ad attendere il cliente!

Bastava un minimo di osservazione, una lettura sul profilo o semplicemente leggere anche solo uno dei titoli di un post, per almeno farsi sfiorare dal dubbio che non mi fossi iscritta al facebook per un'avventura o alla ricerca di chissà cosa.


Foto di Cocoandwifi by Pixabay


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