La regola dei sei secondi



Sono sei i secondi che un consulente, preposto all'analisi della lettura di un curriculum vitae, impiega per scegliere se convocare un candidato.

Sei secondi per stabilire se il potenziale candidato è idoneo ad un colloquio.

Ora mi chiedo: gli addetti ai lavori sono imparentati con l'uomo da un milione di dollari famoso per la supervista? Se così fosse riuscirebbero a comprendere le attitudini, le competenze e le capacità dell'aspirante lavoratore in così poco tempo.

Altrimenti basterebbe, credo, inviare una copia del documento d'identità con il titolo di studio e il gioco è fatto.

Credo che in quel lasso di tempo sia solo possibile leggere i dati anagrafici e il titolo di studio. Ora comprendo perché persone con comprovata esperienza e competenza non riescono a riqualificarsi sul mercato del lavoro.

Si tratta proprio di mercato e ciascuno ha una data di scadenza, oltre la quale si viene gettati nell'oblio della spazzatura indifferenziata dove non è contemplato il riciclo.

L'addetto alla selezione del personale guarda l'involucro/lettera, passa direttamente alla data di scadenza e non si accerta degli ingredienti necessari della pietanza.

A loro vorrei dire che se una crescenza ha una conservazione limitata nel tempo, il parmigiano acquista squisitezza e valore proprio grazie alla stagionatura.


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