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Il movimento del body positivity, la corrente del female gaze ed ora anche lo skin positivity sono la cassa di risonanza di un desiderio di liberazione da antichi e consolidati stereotipi che – per troppo tempo e con sacrifici enormi –
hanno tenuto sotto scacco le donne, sotto forme differenti a seconda della cultura d’appartenenza.
In occidente la donna è desiderabile se corrisponde a canoni di magrezza estrema e senza età. Nei paesi mediorientali lo è se le sue forme sono burrose, tanto che le giovani promesse spose, prima del fatidico “sì” devono sottoporsi ad un programma di ingrasso – che tanto ricorda le oche del paté di foie gras – arrivando a dover accumulare fino a 20 kg; le madri sono i controllori che hanno il compito di ingozzarle di cibi calorici con pasti continui; in questi paesi la donna è “accettata e bella” se ha le smagliature e la cellulite!
Nei paesi orientali la donna è socialmente accettabile se ha la pelle liscia e chiara e la corporatura esile.
Queste credenze sono basate su un maschilismo interiorizzato anche dalle donne e vengono sponsorizzate dall’industria della moda e della bellezza, che alimentano i nostri condizionamenti, facendoci investire risorse sull’APPARIRE invece che sul CONOSCERE, PENSARE, AGIRE E DECIDERE.
Per fortuna arriva il momento in cui il corpo, che è lo strumento più potente che ciascuno di noi possiede, si ribella e comincia ad agire affinché la nostra pelle stia meglio e possa muoversi più liberamente. Quando la mente non riesce da sola a ribellarsi a situazioni che generano sofferenza, interviene il corpo con messaggi forti e chiari. I corpi si stanno ribellando, ascoltiamo attentamente e con rispetto i loro messaggi e tracciamo il nostro nuovo sentiero.
Buona rinascita e rinnovamento a tutte noi!
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